The Second Renaissance
     
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 Vladimir Vasil'evich Lebedev


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Vladimir Vasil'evich Lebedev



  
 
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Artista dell'Europa orientale.
 
Abstract
(San Pietroburgo 1891-Leningrado 1967)
Terminato l'Istituto commerciale, intraprende lo studio della pittura presso l'atelier di A. Titov (1909) e di F. Rubo (1911) a San Pietroburgo. Dal 1912 al 1914, segue un corso alla Scuola di pittura, disegno e scultura di M. Bernstein e L. Shervud. Negli stessi anni (1912-1916), frequenta come uditore la Scuola superiore d’arte presso l'Accademia.
Nel 1912, visita la mostra 100 anni di pittura francese, che ha una notevole importanza nella sua formazione artistica. Dal 1911 al 1917, si dedica all'illustrazione di libri per bambini e della rivista "Satyrikon", mentre dal 1918 al 1921 è professore presso gli Studi liberi di Pietrogrado e realizza numerosi manifesti politici.
Inizia la sua ricerca con le Nature morte (anni venti). Sono di quel periodo Natura morta con caffettiera, Natura morta con scarpa, ecc. Il pittore combina superficie e volume, come nelle vecchie insegne, e per riprodurre la materialità dell'oggetto usa diversi mezzi pittorici e accosta legno, carta, metallo. Già s'ispira per questi lavori alle idee di Tatlin. Altri lavori si avvicinano al cubismo, come, per esempio, Cubismo 1 (1922) e Cubismo 2, entrambi al Museo Russo.
Negli anni 1920-1925, con la serie La lavandaia e con le Composizioni astratte del 1921-1922, s'impadronisce definitivamente dei principi del cubismo, unendo la semplicità delle insegne all'attenzione per le forme geometriche.
Insieme con V. Majakovskij, è uno degli organizzatori delle Finestre dell'Agenzia di stampa "Rosta", di cui dirige la sede di Pietrogrado, insieme con V. Kozlinskij. I suoi manifesti (Il fannullone, Lo speculatore, Il menscevico) creano altrettanti tipi. Il suo nome ha caratterizzato un'intera epoca nel manifesto politico degli anni venti. Basandosi sulla tradizione della stampa popolare russa e sui principi dell’avanguardia, Lebedev crea un proprio stile del manifesto attraverso le forme geometriche e i colori.
Verso la metà degli anni venti, nelle sue opere traspare la caricatura, che mette alla berlina i nuovi ricchi usciti dalla NEP, la Nuova politica economica, cioè quelle misure adottate dal 1921 al 1929 per porre fine al comunismo di guerra(requisizione forzata dei prodotti agricoli e assenza di circolazione monetaria) e creare condizioni favorevoli allo scambio dei prodotti agricoli e industriali. Ne nasce una ricca e variegata galleria di personaggi, di cui è testimonianza la serie La nuova vita quotidiana, dove vengono garbatamente presi in giro le abitudini, i modi di vestire e di atteggiarsi della classe emergente. Crea, così, le serie Il marciapiede della rivoluzione, Gli amori della teppaglia e Nep.
Esiste poi un'altra faccia dell'artista, quella che si rivela nella poesia e nella freschezza di dipinti quali Interni (1921) e, successivamente, nei Nudi. Donna con chitarra, del 1930, riassume molto bene questa nuova serie che s'integra con gli altri lavori di Lebedev, quali La chitarra rossa, Chitarra e papavero, Chitarra e bottiglia verde, tutti degli anni trenta.
Dal 1924 al 1936, è redattore nella sezione del libro per l'infanzia presso la sede di Leningrado della Casa editrice di stato. Fra i suoi lavori, le illustrazioni per L'elefantino di Kipling (1921). Seguono quelle per L'uovo d'oro, La lepre, il gallo, la volpe (1923), Il circo (1924),
Il topolino stupido
(1925), Ieri e oggi (1925), Il gelato e Uno, due, tre, quattro, tutti libri del poeta Samuil J. Marshak, con il quale Lebedev stringe un importante sodalizio artistico.
Un posto particolare nell'attività dell'artista occupa il ritratto. Lebedev non ha mai fatto ritratti su commissione, ha ritratto soltanto le persone che amava e che gli piacevano. Importanti quelli di N. Nadezhdina (1927), di T. Shimariova (1934), di Adochka (1954) e della moglie Ada Sergeevna Lazo (1958).
Nel 1928, diviene membro dell'associazione "Quattro arti". Dopo la guerra, riprende con entusiasmo il suo lavoro d'illustratore per alcune favole: I tre orsi (1947), di L. Tolstoj, I gattini (1949), di S.J. Marshak, La favola silenziosa (1958), Il bagaglio (1962).
Nel corso degli anni, la sua arte si arricchisce e raggiunge grande raffinatezza nel colore di tipo impressionistico, mantenendo intatta la base costruttivista della composizione. I suoi libri per bambini vengono ristampati ancora.
Vladimir Vasil'evich Lebedev è esposto nel Museo Russo di San Pietroburgo e nei Musei di Tula e Jaroslavl'.
 
Relazioni
esposto in
musei telematici Museum of The Second Renaissance (Visita il museo telematico)
opere presenti in archivio visita la galleria monografica
le sue opere sono pubblicate in I tesori della Russia. Maestri dell'arte russa 1800-1900 (Catalogo della mostra)
Tiziano Vecellio, Vladimir Lebedev (Testo di critica d'arte)







 
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