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«La Russia vive una regressione democratica e lo zar Putin governa senza contropoteri»


  
 
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La Russia putiniana come l'Italia di Berlusconi? Forse a Mosca va un po' peggio che a Roma, ma in ogni caso la democrazia vacilla. Lo dice Boris Nemtsov, esponente del movimento Solidarnost guidato da Garri Kasparov. Il coraggioso politico, consulente di Boris Eltsin e del governo ucraino, è giunto in Italia per presentare i libri Disastro Putin e L'inafferrabile Russia per l'editore Spirali.

Ci può fare una "fotografia" della Russia contemporanea?
C'è una profonda crisi economica; il pil è diminuito del 10%, la disoccupazione è cresciuta di più del 10% e verso fine anno ci saranno dieci milioni di disoccupati. Anche l'industria ha avuto un crollo del 65%, mentre l'inflazione nei primi quattro mesi del 2009 è cresciuta del 4%. Sono i risultati del "Putin management". I poveri sono più di 20 milioni; ovviamente il malcontento cresce sul piano politico, ma il potere tiene perché 'censura' e perché utilizza come capro espiatorio i sindaci e i governatori.

E l'opposizione?
L'opposizione sta raccogliendo le forze democratiche nel nuovo movimento Solidarnost: poco fa sono stato candidato in una città russa come sindaco e non è andata poi così male. Nonostante la censura e i problemi, ho ricevuto il 23% dei voti. È il miglior risultato dei democratici negli ultimi 15 anni.

Più o meno quel che raccoglie il nostro Pd...
Il problema è che per l'opposizione c'è la censura: non possiamo apparire sui mass-media, esiste una lista nera su cui sono inserito e che mi impedisce di andare sulle tv. Contro di noi c'è una propaganda mirata a screditarci. Non è possibile registrare una associazione di opposizione come partito e, secondo le regole stabilite dallo "zar", solo i partiti possono partecipare alle elezioni. perciò noi possiamo esistere, ma come movimento informale, e operare solo come individui per le consultazioni locali - per la Duma, niente da fare. Inoltre gli uomini d'affari hanno paura a finanziarci.

Ci dica della sua esperienza come candidato sindaco.
Non ho potuto fare campagna elettorale neanche un secondo in radio o in tv, mai è uscito qualcosa sui giornali. Inoltre Putin ha organizzato una sorta di elezione anticipata apposta, facendo votare parte delle persone un giorno prima: così nessuno poteva monitorare l'"improvvisata", e il candidato del Presidente quel giorno ha ricevuto il 100% dei voti. Come nella Corea del nord.

Ma Putin è davvero uno zar?
Effettivamente controlla il Paese. Tutti i tratti distintivi della sua gestione sono rimasti anche dopo i cinque anni del suo governo: corruzione, Gasprom, censura... Formalmente abbiamo un presidente, ma è debole come il vostro: per Costituzione, però, il nostro sarebbe più potente di un re; ma gli manca il carattere...

Crede esistano analogie tra Russia e Italia?
Berlusconi e Putin si assomigliano, tanto che tra i due non si capisce chi è il maestro e chi l'allievo: sembra che il sogno di Berlusconi sia quello di controllare i media come fa Putin, e quello di Putin di essere ricco in modo legittimato, "legale", proprio come il vostro premier. Ma Putin è senza dubbio meno soft; da voi non succederebbe mai la strage di Beslan o qualche omicidio politico, né la situazione che c'è in Cecenia: Silvio non si comporta in modo così violento con l'opposizione.

Altre considerazioni?
Da voi l'apparato giudiziario è indipendente, in Russia è completamente asservito al potere: non c'è decisione giuridica che non si sposi con il benestare di Putin o, a Mosca, con il beneplacito del sindaco.

Quali i motivi di questa regressione democratica?
Ogni potere si spinge dove il popolo gli permette di spingersi, e non è certo una questione che dipende dai mass media. Ci sono dei Paesi che hanno allergia alle dittature - Gb, America - e altri, come l'Italia, che si rapportano in modo tranquillo con l'autoritarismo. Anche la Spagna, che ha vissuto una dittatura pesante, ora è più democratica di voi. Comunque: ogni popolo ha il potere che si merita. Putin ha fatto questa battuta: com'è il Paese, così sono le sue canzoni.

Noi abbiamo Apicella. Alè. Ma se i governanti rappresentano il popolo, come farci sostenere dall'elettorato?
Prima di tutto bisognerebbe che si sapesse cosa proponiamo. Bisogna usare tutti i mezzi per spiegare in cosa ci differenziamo dai governanti, ma è difficile farlo. Il paese è enorme e le possibilità di esprimersi sono limitate. Ma sono sicuro al 100% che i russi sceglierebbero bene: la gente è stanca della disoccupazione, della povertà, dell'apparato burocratico; il problema è che non vedono alternative e quindi sostengono chi c'è. Ma se mi dessero la possibilità di fare solo un'ora di dibattito in prima serata, sarebbe la fine di Putin.

Cosa direbbe?
Discuterei su cosa ha fatto con Abramovich, con la Gasprom, per le olimpiadi e sull'ordine di sparare ai bambini di Beslan. Senza censura, sarebbe la fine del putinismo. Sicuro.

Quale il ruolo della Gasprom rispetto agli scenari che la Russia putiniana vuole giocare in campo internazionale?
Gasprom viene usata come fonte di valuta pesante e come strumento per influenzare la vita economica russa: tutta l'energia, l'industria chimica, la gestione delle reti comunali dipende da Gasprom. Si usa quindi come una nuova arma. La Merkel, Berlusconi, Sarkozy, proprio per questo sono così leali con il nostro leader: perché l'economia della Ue occidentale dipende molto dal nostro gas. Putin dirige direttamente la Gasprom e lo fa molto male: quest'anno l'impresa ha il 17% di perdite ed enormi debiti; questo perché si conduce una politica insensata con il Turkmenistan e perché non si investe su nuovi rifornimenti. Oltre che come mezzo di dissuasione per i paesi d'Europa, la Gasprom - che ha comprato da Abramovich una compagnia petrolifera, e che ha giornali, tv... - funziona come fonte di potere.

 
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