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Viva la democrazia!


  
 
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Poco più che cinquantenne, Seyed Ibrahim Nabavi è il più famoso scrittore satirico iraniano. Attivista politico, critico feroce del regime del Presidente Ahmadinejad, è stato spesso vittima della censura, è stato in carcere due volte, fino al giorno del suo esilio in Belgio, Paese dal quale continua a scrivere per il quotidiano online Rooz, per le BBC News in persiano, per il sito persiano Gooya. Tiene una rubrica satirica per Radio Zamaneh, radio in persiano di Amsterdam.

- di SEYED IBRAHIM NABAVI
Siamo tutti democratici, ma alcuni più di altri
Il segretario del Consiglio Nazionale per la Sicurezza iraniano, Saeed Jalili, ha detto di recente che "ogni Paese ha una sua propria via per affermare la democrazia". Questa affermazione è, in generale corretta. Si consideri per esempio l'atteggiamento di dissidenza assunto da un giornalista, da un intellettuale o da una personalità politica nei confronti di un Presidente; sarà trattato in modi diversi a seconda del grado di democrazia dello Stato in cui vive.

Democrazia in Uzbekistan. Il dissidente è arrestato e i dieci membri del servizio di sicurezza che lo interrogano votano. Nove votano democraticamente contro il dissidente arrestato; il decimo, che non ha votato contro, viene democraticamente bollito nell'acqua.
Democrazia a Cuba. Gli elettori di Fidel e Raúl Castro organizzano una manifestazione democratica di un milione di persone contro un dissidente, invocando la condanna di alcune spie americane. Ma, guarda caso, del dissidente si sono perse le tracce mezz'ora dopo aver criticato Fidel Castro.
Democrazia in Francia. I punti di vista di chiunque critichi il Presidente sono pubblicati dai media, ma nessuno vi presta attenzione perché tutti i francesi la pensano nello stesso modo.
Democrazia in Pakistan. La persona i cui punti di vista divergono da quelli del Presidente annuncia apertamente la sua posizione durante un'assemblea pubblica. Lo sostengono in migliaia. Poco dopo esplode una bomba che fa diversi morti. Ma l'esplosione non ha niente a che vedere con le critiche e viene considerata come tutte le altre esplosioni.
Democrazia in Zimbabwe. Una personalità dell'opposizione critica il governo di Mugabe. Poche ore dopo viene democraticamente sbranato da un leone.
Democrazia russa. Un giornalista fortemente critico nei confronti di Putin scrive un articolo su di lui che appare sui giornali. Dopo una settimana, lo scrittore, saturo della democrazia russa, in modo assolutamente accidentale ma democratico, si butta da un edificio di dieci piani e muore.
Democrazia iraniana. Un giornalista scrive un articolo contro la politica nucleare del Presidente. La redazione del giornale chiede all'autore di tagliare il pezzo di un dieci per cento. Quando l'articolo giunge nelle mani del caporedattore, anche lui chiede di tagliare un dieci per cento. L'articolo è inviato al tipografo che, dopo averlo letto, taglia un altro dieci per cento della storia. Quando il direttore del giornale vede il pezzo, ne taglia ancora un dieci per cento per proteggere la propria posizione. Il giorno seguente, quando esce il giornale, il giornalista dissidente ne prende una copia e scopre un articolo, che porta la sua firma, sul ruolo del petrolio nel Medio Oriente. Nonostante gli sforzi, non riesce davvero a ricordare di aver scritto quell'articolo sul petrolio.

La figlia di Ahmadinejad
La figlia di Ahmadinejad, di dieci anni, sta seduta vicino alla madre a guardare in tv il discorso del suo papà presso le Nazioni Unite e le interviste in America. La mamma, a bocca aperta, fissa anche lei la televisione. A un certo punto Zahra, la pinocchietta di papà, chiede alla mamma:
- Mamma! Perché papà dice queste cose?
La mamma: Il tuo papà sta per diventare il padrone del mondo e tutti lo ascoltano.
La figlia dice: Sì! Vuol dire che andremo via dall'Iran?
La mamma: Forse. Se tuo papà diventa il padrone, porterà via anche noi.

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Il nostro Paese è governato da una vera domcrazia".
La figlia: Mamma! Che vuol dire vera democrazia?
La mamma: Vuol dire che le persone scelgono chi vogliono che le governi.
La figlia: Che fortuna! Di che Paese parla papà?
La mamma: ...Bah, che vuoi che ti dica?

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese la stampa è libera di dire tutto ciò che vuole contro il governo".
La figlia: Mamma! Vuol dire che nel Paese di papà non arresteranno più nessuno?
La mamma: Non lo so, è quello che dice papà.
La figlia: Non sapevo che il Paese di papà fosse così fantastico!

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese non c'è povertà in senso reale".
La figlia: Mamma, chi sono i poveri?
La mamma: I poveri sono gente come il nostro vecchio vicino, come la gente del villaggio di papà, come quelli che vediamo per strada.
La figlia: Sì! Io invidio la gente del Paese di papà.

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese la gente può chiedere al Presidente qualsiasi cosa desideri".
La figlia: Mamma! Vuol dire che papà non andrà più su tutte le furie quando la gente gli farà qualche richiesta?
La mamma: Tesoro! Spegni la televisione, questi programmi non sono adatti a te...
La figlia: Lo sono per la gente del Paese di papà, e quel Paese è proprio fantastico!

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese il 98% della popolazione sostiene il governo".
La figlia: Mamma! Che vuol dire il 98%?
La mamma: Vuol dire moltissimi. Vuol dire che, su centro persone, papà non piace solo a due.
La figlia: Vuol dire che agli altri piace?
La mamma: Sì, certo.
La figlia: Allora non è come il nostro Paese dove tutti dicono cose cattive su di noi e sul mio papà!
La mamma: Che ne sai?
La figlia: E allora perché papà non ci porta nel suo Paese così non dobbiamo più stare in Iran?
La mamma
: Tesoro, chiedilo tu stessa a papa!

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Come molti nel mio Paese, io guardo i canali occidentali e ascolto musica occidentale".
La figlia: Mamma! Senti che sta dicendo papa! Dice che nel suo Paese guarda alla tv canali stranieri, che fortunato che è!
La mamma: Forse vuol dire che il governo li sta valutando...
La figlia: Non possiamo andare anche noi nel Paese di papà a valutare i canali stranieri?
La mamma: Non lo so, chiediglielo quando torna.

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Il nostro sistema giudiziario è il più avanzato del mondo".
La figlia: Mamma! Che cos'è un sistema giudiziario avanzato?
La mamma: Significa che la polizia non arresta senza ragione...
La figlia: Allora non come in Iran dove mettono le mie compagne di scuola in prigione per il velo!
La mamma: Ma quanto chiacchieri! Che me ne importa di quel che dice tuo padre?
La bambina, rattristata e piangente: Andrò con papà nel suo Paese e non tornerò mai più qui, ti verrò a trovare solo quando papà verrà in Iran, ma io starò là.

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese il potere è nelle mani dei cittadini".
La figlia: Mamma!
La mamma: Stai zitta! Smetti di dire mamma, sono stanza!
La figlia: Che vuol dire che il potere è nelle mani dei cittadini?
La mamma: Vuol dire che la gente fa quello che vuole, come nei paesi stranieri...
La figlia: Allora significa che anch'io posso fare tutto quello che voglio?
La mamma: Smettila, non fare la cattiva!

Papà, in onda alla televisione americana, dice: "Nel nostro Paese le donne godono di completa libertà".
La figlia si veste e va verso la porta per uscire: Mamma!
La mamma: Che cosa c'è ora, diavoletto?
La figlia: Ci ho pensato su, voglio andare a vivere nel Paese di cui parla papà.
La mamma: Perché? Che cosa ti manca qui?
La figlia: Papà dice che nel suo Paese le donne godono di completa libertà.
La mamma si arrabbia e dice: Vai al diavolo tu e quel bugiardo di tuo padre! Aspetta che torni, lascialo entrare in casa e se la vedrà con me... Vedrai che non avrà più voglia di andare a New York a parlare a vanvera in questo modo!

(Traduzione di Elena Zapponi)

 
Relazioni
eco di stampa di Ebrahim Nabavi (Giornalista)
Iran. Gnomi e giganti, paradossi e malintesi (Libro)





 
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