The Second Renaissance
     
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Logica matematica e psicanalisi. Peano, Vailati, Peirce

Nominazione. Collana internazionale di logica

pp. 253    15,49 € Acquista
 
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anno III, n°3
 

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Abstract
Questo secondo rinascimento non trova la sua origine e la sua ragione nel primo. Dà invece al primo rinascimento un'altra portata. Dirlo "secondo" non presuppone un'ordinalità delle cose, non esige che le cose si musicalizzino, si armonizzino e si completino. Il secondo rinascimento implica oggi che sta sorgendo qua e là e certamente non nelle cattedre universitarie né nelle riviste ispirate al sessantottismo una reinvenzione delle arti e delle scienze.
E anzitutto risente di una logica che è quella che non riconduce le cose all'idea di universo e che è quella che implica il ciascuno e non il chiunque, la particolarità e non l'universalità. Non solo le visioni del mondo sono finite ma il mondo in questo secondo rinascimento non esiste più né come feticcio, quale era conclamato nei quarant'anni di progressiva inculturazione in Europa, né ancora nei termini dell'erotismo e della mitologia dell'azione quale era propagandato dal sessantottismo.
La logica dell'inconscio è una logica della nominazione, è una logica che non trova né per la parola né per l'arte né perla cultura un'origine propria, una localizzazione o una spazializzazione. Perché s'instauri l'arte e perché emerga l'invenzione occorre, della parola, la struttura originaria, più precisamente l'industria. La nozione d'industria è estranea alla filosofia greca come del resto a ogni filosofia, in particolare alla filosofia della riforma. Essa non può emettersi - e la reinvenzione stessa delle arti e delle scienze non può sorgere - se non a partire dalla questione cattolica come questione eminente della verità.
 
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