The Second Renaissance
     
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 Il cinema tra fiction e...



Paolo Pillitteri
Il cinema tra fiction e falsità. Simili, facsimili, quasi falsi, falsi storici. Quando il cinema all'italiana manipola la nostra storia

Collana: l'alingua

pp 208   18,08 €
Anno pubblicazione: 2000
ISBN: 9788877705440

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Saggio di Paolo Pillitteri.
 
Abstract
Chi fabbrica i sogni, chi costruisce le immagini realizzando un film come il Potëmkin o Roma città aperta sa perfettamente ciò che fa. Sa di descrivere un soggetto che è già una 'invenzione' – qualunque sia il rapporto di questo con la realtà effettuale –, sa, inoltre, di elaborare una sceneggiatura, spesso con altri, e tutti insieme sanno perfettamente che ciò che stanno narrando dovrà corrispondere alle immagini, alle scene, alle sequenze che successivamente il regista realizzerà. Quest’ultimo, et pour cause, conosce meglio degli altri il ‘momento della verità’, l’attimo in cui alla parola scritta e ai fantasmi dell’immaginazione si sostituiscono le immagini dei personaggi, e prende così vita e corpo ciò che era relegato nel limbo della virtualità. E non ha nessun valore la pur inevitabile osservazione che anche il cinema è virtuale, è pura immagine, è fiction. Lo è di certo, ma in tutt' altra accezione e con opposti risultati, dato che l'opera
cinematografica, il film artisticamente riuscito, il capolavoro non sono da alcunché necessitati per giustificarsi, non hanno nessun referente, non devono dare risposte che a se stessi, cioè autonomamente, e che continueranno a vivere per omnia secula seculorum. (Paolo Pillitteri).
 

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Indice
Che cosa è successo sulla scalinata di Odessa (Russia 1905)?
Il cinema come fabbrica delle immagini e delle illusioni
Una foto di scena per i dieci giorni che sconvolsero il mondo. Non è vero, ma ci credo.
Da Ejzenstejn a Rossellini. È (quasi) la stessa storia
Dopo la trilogia fascista della guerra il rifugio negli anfratti della storia. La parabola di Rossellini
La Costituente secondo il cinema della ricostruzione mentre il neorealismo si colora di rosa al grido "Abbasso la miseria!"
Il declino del neorealismo verso la commedia ali' italiana. Con pregi e limiti di entrambi. La parola a Fellini
Il caso don Camillo-Peppone: come un grande scrittore di destra, Guareschi, rende simpatiche le due chiese per effetto della decodifica divergente. O dell'inciucio?
Cinema come politica, amica del PCI
Anche la commedia all'italiana al servizio di una certa politica
Una vita difficile? Mah ...
L'eternità di Totò, un caso a sé
Antonio De Curtis
La Grande Guerra e il Generale Della Rovere: basta con gli eroi! Perché poi?
Quegli autori "socialisti" quando Nenni non era anticomunista
L'eterno ritorno del (quasi) sempre uguale: Rossellini 2. Il Generale di Montanelli riveduto e corretto dai guardiani della Resistenza
Cinema e fascismo: non basta ridere della storia tragica per separarsi gioiosamente del passato. I limiti della commedia all'italiana
Un nostrano Via col vento, anzi Via con Marx, Lenin, Mao. Il caso Novecento di B. Bertolucci
Scola: la commedia all'italiana coincide con la politica (del PCI)
Pietro Germi rivalutato (ex post)o Era uno (sporco) socialdemocratico
Anni settanta: c'è poco da ridere
Perché anni settanta?
La cultura dell'indifferenza e del rifiuto democratico. Anche nel cinema
Due film emblematici
Lo specchio opaco del cinema italiano
Ma è Prova d'orchestra di Fellini l'apologo insuperato dell'Italia degli anni settanta
Landa Buzzanca: un risarcimento dovuto, ben oltre la serie B
Da via Veneto ad Auschwitz, chez Benigni, in "Aprile"
 
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www.spirali.it (sito)
 
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